Gli avvocati associati Davico Bonino, Ferrero, Vercelli
Per progettare marchio e brand identity di uno studio che si chiama con il nome dei tre professionisti fondatori, non sempre basta una corretta composizione dei nominativi. Si può provare una strada alternativa, dove rappresentare, oltre ai singoli soci, anche il socio in più, cioè lo studio stesso.
Un contenitore grafico che accoglie le informazioni
La sede di uno studio legale non è solo il luogo fisico dove si svolge l’attività, è anche il terreno fertile che alimenta scambi, sinergie, relazioni. Per dare sviluppo grafico a questo presupposto si è deciso di alloggiare le scritte all’interno di un “contenitore” fatto da due figure geometriche.
Un’astrazione che comunica concretezza
Un quadrato e un rettangolo allungato disassato, sono la iper-stilizzazione del campo d’azione dell’attività. Quasi una planimetria, quasi un edificio che accoglie i protagonisti della vita dello studio. Il passaggio concettuale dal graphic design al brand design.
Un marchio non è solo un esercizio grafico ma soprattutto un fatto di comunicazione
All’interno della forma-contenitore le scritte non saturano lo spazio disponibile, e questo non solo per garantire i giusti equilibri grafici all’insieme, ma anche per ribadire l’ampiezza e la complessità dell’attività legale.
Si vuole dunque generare una brand image dove chi guarda il marchio percepisce rigore ed essenzialità che vivono all’interno di una struttura solida e rassicurante.
Una corporate identity “diversa” che non perde di credibilità
Nei vari elementi dell’immagine coordinata il marchio campeggia con la sua geometrica presenza scenica. Un segno forte che, dal biglietto da visita alla sabbiatura sul vetro d’ingresso, regala un colpo d’occhio fortemente contemporaneo.
Un sito dove i professionisti “ci mettono la faccia” (e anche lo studio fa la sua parte)
Stesso rigore e pulizia anche per il sito web dove i ritratti ambientati dei professionisti si alternano a scorci della sede, scaldando con autorevolezza la comunicazione.
