Lo abbiamo detto e ripetuto: la regola d’oro dell'Inbound Marketing è creare valore per il tuo potenziale cliente, offrendogli contenuti interessanti.
Principio validissimo e ammirevole, certo, ma come metterlo in pratica?
Molto, troppo spesso, il web è zeppo di blog post lunghissimi e verbosi, che sembrano essere stati scritti per tutto tranne che per aiutare i lettori a trovare le informazioni necessarie a risolvere un problema.
Quando abbiamo immaginato le nostre buyer personas (cioè il nostro target), la parola d’ordine è stata “sono sopraffatto”. I nostri clienti, che in genere sono addetti alla comunicazione/marketing in un’azienda di medie dimensioni, non hanno tempo. Hanno troppe cose da fare, troppi interlocutori da gestire, troppe mail a cui rispondere. Sono in tilt da overload informativo.
Quindi, siamo sicuri che propinare loro articoli lunghi, pieni di sigle e tecnicismi e infarciti di parole chiave perché si sa la SEO è importante, possa aiutarli?
Io credo di no.
Anzi, temo che possa creare l’effetto opposto.
Ovviamente, la soluzione non è "non scrivere nulla", quanto piuttosto cercare di sfruttare al meglio le potenzialità del content marketing, producendo contenuti di valore, ottimizzati per i motori di ricerca.
Per prima cosa, pensiamo a chi leggerà il nostro blog: il nostro potenziale cliente.
Chi è il mio interlocutore: di quali informazioni ha bisogno? Perché gli servono queste informazioni?
Ad esempio, scrivo per aiutarlo a fare qualcosa in autonomia (tutorial), oppure voglio spiegargli l’importanza di una certa attività per cui io sono il giusto consulente?
Per capirlo, posso attingere alla mia esperienza personale: quali sono i dubbi e le domande che mi rivolgono più spesso i clienti? Quali sono le cose che spiego e rispiego della mia attività?
Oppure, posso andare a individuare le parole e le frasi che il mio target usa per cercare su Google i miei prodotti/servizi/contenuti.
Esistono diversi tools che possono aiutarci in questa ricerca di keywords e long tails (lo sai vero, che ormai si cerca molto di più tramite domande formulate che non tramite parole chiave?!). Si può partire da Google search - il classico motore che fornisce suggerimenti mentre digiti (Attenzione! Se utilizzi questo metodo, assicurati di farlo da "finestra privata", altrimenti i suggerimenti saranno condizionati dalle tue ricerche precedenti) - fino a strumenti avanzati dedicati, come SEMrush o simili.
Ne abbiamo parlato ampiamente nell'approfondimento su Come aumentare il traffico al proprio sito web.
La parola scritta, quindi un articolo sul blog, è la risposta più semplice e immediata, ma non è detto che sia la migliore.
Un video, ad esempio, potrebbe essere più facile da fruire, specialmente se ho qualcosa da far vedere (e se non mi sento a disagio a parlare davanti alla videocamera). Oppure un’infografica, o ancora un podcast audio. Una buona idea è anche dare la possibilità di fruire lo stesso contenuto in modo diverso: ad esempio riportare lo script del video anche in forma testuale.
Un format che ha ampiamente preso piede negli ultimi mesi è senz'altro il webinar, che offre possibilità di coinvolgimento estremamente elevate rispetto a un prodotto stampato o a un video registrato, e la partecipazione è potenzialmente illimitata.
Se l'idea di organizzare dei webinar per incontrare e parlare in maniera ravvicinata al tuo target, ti interessa ma non sai da dove partire, ti suggerisco di dare un'occhiata ad alcuni approfondimenti:
Sul sito web o sui social media, questo è il dilemma.
Le dirette su Facebook, le Stories su Instagram sono di gran moda e funzionano alla grande, però d’altro canto sono uno strumento effimero. Inoltre, se non si ha una fanbase molto attiva, si rischia di scomparire letteralmente dal feed, specie se i post non sono supportati da un’adeguata copertura pubblicitaria.
Qui un esempio di campagna advertising su Facebook.
I blog sono già stati dati per morti più di una volta, però hanno un vantaggio: i contenuti durano nel tempo. Se scritti bene, e con un occhio alla SEO, sono ben indicizzati nei motori di ricerca, e possono essere ritrovati e letti anche ad anni di distanza. Quindi, funzionano perfettamente per farsi trovare sul web da chi cerca una risposta a un problema da risolvere, punto che abbiamo detto essere il cuore dell'Inbound Marketing. Avere una piattaforma “propria” su cui pubblicare, come appunto un sito web o un blog, consente un maggior controllo sui propri contenuti.
Un buon compromesso potrebbe essere quello di pubblicare post sintetici sui social media e poi dare la possibilità di approfondire sul blog. In questo modo, produco un contenuto e poi lo declino in base alle caratteristiche del mezzo.
Che sia la didascalia di una foto su Instagram o un podcast, c’è una cosa che mi sento di consigliare a priori: fare uno sforzo di semplificazione. Non siamo qui per dare sfoggio di tutti gli ultimi inglesismi che abbiamo imparato. Siamo qui per aiutare il nostro cliente a risolvere un suo problema.
Come diceva Harvey Keitel in Pulp Fiction. “Sono Wolf, risolvo problemi”.
Vorresti fare content marketing ma anche tu sei sopraffatto e non hai tempo (vedi sopra)? Forse possiamo aiutarti.
Ti scriviamo 100 articoli a 0.10 centesimi l’uno con le keyword ripetute 15 volte, così i tuoi clienti ti trovano su Google e poi appena ti hanno trovato scappano a gambe levate. No, davvero, parliamone.