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AI Search e SEO: come cambiano visibilità e strategie con l’IA

Scritto da Giorgio Masi | 5-nov-2025 23.00.00

L’AI ha cambiato il modo di cercare (e di farsi trovare).

Qualcosa di profondo sta accadendo nel modo in cui le persone cercano informazioni online. Google non è più l’unico protagonista della scena: ChatGPT risponde a domande complesse senza mai rimandare a un link, Perplexity sintetizza fonti diverse in un’unica risposta citata, e la stessa Google che utilizza la Search Generative Experience (SGE), ora evoluta in AI Overviews, che genera risposte direttamente nella SERP (per non parlare di AI mode…).

Il risultato? Gli utenti ottengono risposte immediate senza dover cliccare sui siti web. Per brand e aziende, questo solleva una domanda cruciale:

Come può un brand continuare a essere visibile se l’AI risponde al posto suo?

La risposta non è semplice, ma una cosa è certa: la SEO non è finita. Si sta trasformando. E chi saprà adattarsi per tempo avrà un vantaggio competitivo enorme in quello che ormai molti chiamano l’ecosistema della Search Everywhere Optimization.

Dalla ricerca tradizionale alla ricerca generativa

L’impatto dell’intelligenza artificiale sulla ricerca non è più una previsione futuristica, ma una realtà misurabile. I dati parlano chiaro e disegnano un nuovo scenario competitivo.

I risultati zero-click sono diventati la norma

Secondo le analisi di SEOZoom sul primo trimestre 2025, le pagine ai vertici della ricerca organica hanno registrato un calo significativo del CTR nelle ricerche di tipo informativo quando è presente un AI Overview.

In altre parole, anche chi si posiziona in prima pagina vede meno clic perché l'AI risponde direttamente nella SERP.

Il traffico organico si ridistribuisce in modo imprevedibile

Come emerge dallo studio Semrush su oltre 10 milioni di keyword, circa il 52% delle fonti citate negli AI Overview appare anche nella top 10 organica, ma questo significa che quasi la metà delle citazioni proviene da posizioni inferiori.

Questo significa che le vecchie certezze del posizionamento stanno crollando: non basta più essere primi su Google per essere citati dall'AI.

La volatilità delle SERP è aumentata drasticamente

L'analisi di Semrush rivela che la percentuale di SERP contenenti un AI Overview è più che raddoppiata in soli due mesi, passando dal 6,49% a gennaio 2025 al 13,14% a marzo 2025, con un incremento del 102%. Questo trend in accelerazione mostra come l'esperienza di ricerca stia cambiando rapidamente, settore per settore.

Secondo alcuni, i settori più colpiti sono Science, Health e Society. L'introduzione del Google AI Mode, ancora in fase di test ma già operativo in alcuni mercati, tra cui l'Italia, rappresenta l'evoluzione definitiva di questa trasformazione.

Il traffico non scompare del tutto, ma cambia natura. I motori AI-based come ChatGPT stanno iniziando a generare traffico di referral, anche se ancora in percentuali contenute. È un segnale debole ma significativo: le AI non sono solo "muri" che bloccano il traffico, ma possono diventare nuovi canali di visibilità.

La sfida, quindi, non è più solo conquistare la prima posizione su Google. È diventare la fonte autorevole che l'AI sceglie di citare, indipendentemente dal ranking tradizionale.

Orientarsi nel nuovo linguaggio della SEO AI-driven

L’evoluzione della ricerca ha introdotto una terminologia che spesso genera confusione.
Capirla è il primo passo per orientarsi in un contesto in cui la SEO tradizionale, l’AI Search e i motori generativi convivono.

GEO, AEO, AIO e le nuove frontiere della "SEO for AI"

Negli ultimi mesi sono emersi nuovi acronimi per descrivere l’evoluzione della ricerca online.

Ecco i principali, spiegati in modo semplice:

Acronimo Significato In breve
SEO Search Engine Optimization Ottimizzare i contenuti per farsi trovare nei motori di ricerca tradizionali.
AEO Answer Engine Optimization Rendere i contenuti facilmente leggibili e utilizzabili dai motori di risposta (snippet, assistenti vocali).
GEO Generative Engine Optimization Farsi includere o citare nelle risposte generate da sistemi di AI (es. ChatGPT, SGE, Perplexity).
AIO Artificial Intelligence Optimization Strutturare contenuti e dati in modo che i modelli di intelligenza artificiale li interpretino correttamente.
SGE Search Generative Experience La modalità di ricerca generativa di Google, ora evoluta in AI Overviews.

In sintesi: questi concetti non sostituiscono la SEO, ma ne estendono i confini. L’obiettivo resta lo stesso - essere trovati - ma in un ecosistema più complesso e frammentato.

Come cambia la SEO con l’intelligenza artificiale

Le piattaforme di analisi come SEOZoom e Semrush mostrano che l’AI Search non cancella la SEO, la trasforma.

  • Focus su intenti e entità, non più solo keyword: Google (e le AI generative) comprendono sempre meglio il contesto, le relazioni semantiche tra concetti e l’autorevolezza delle fonti. Non basta più inserire parole chiave nei punti giusti: bisogna costruire contenuti che rispondano a domande reali, dimostrando competenza e affidabilità.
  • Contenuti autorevoli e contestuali diventano più importanti della posizione organica.
  • Monitoraggio dei dati AI (AI Overview, citazioni, CTR zero-click) diventa importante per le strategie di contenuto B2B e B2C.

SEOZoom permette di analizzare quali contenuti vengono citati dalle AI, mentre Semrush offre strumenti GEO per monitorare brand e competitor nelle risposte AI. Questi dati sono importanti per capire dove va il traffico e come si comportano gli utenti.

Come devono reagire aziende e brand

La ricerca con AI cambia la customer journey, anche nel B2B:

  1. Top of funnel → informazione rapida e autorevole sulle soluzioni o servizi.
  2. Middle of funnel → comparazione tra partner e offerte, con sintesi di dati e case study.
  3. Bottom of funnel → fiducia e validazione, con contenuti di esperti e referenze concrete.

Esempio pratico: un’azienda industriale che produce macchine può non comparire più solo su “macchine XYZ”, ma su query più ampie come “come migliorare l’efficienza produttiva con sistemi automatizzati”. Le AI sintetizzeranno le risposte, citando solo fonti autorevoli.

Per le aziende B2B, il compito oggi non è solo posizionarsi, ma diventare la fonte di riferimento citata nelle risposte AI.

Di fronte a questo scenario, la tentazione potrebbe essere di farsi prendere dal panico o, peggio, ignorare il fenomeno sperando che passi. Nessuna delle due è una strategia vincente.

Rispetto al modello classico, quindi, la differenza non è tanto nelle fasi, quanto nella modalità di interazione: la ricerca con AI diventa un filtro attivo tra brand e buyer. E per le aziende B2B, la visibilità passa sempre di più dalla capacità di produrre contenuti SEO e AI-ready - chiari, strutturati, attribuibili - che possano essere interpretati e citati come fonti attendibili nei risultati generativi.

4 passi concreti: come ottimizzare i contenuti per l’AI

1. Mantenere solide le basi tecniche SEO

La struttura tecnica del sito, le performance e i dati strutturati contano ancora, forse più di prima.

Le AI leggono e interpretano il codice, i markup semantici, la coerenza delle informazioni e le citazioni da altri siti di settore verso i propri siti.

Un sito tecnicamente impeccabile ha molte più probabilità di essere compreso e citato correttamente.

2. Lavorare sulla credibilità del contenuto

L’autorevolezza è la nuova valuta della visibilità. Firme di esperti, casi concreti, dati verificabili, esperienza reale: tutto ciò fa la differenza.

Le AI, come Google, premiano i contenuti che dimostrano competenza, esperienza, autorevolezza e affidabilità (i criteri E-E-A-T).

3. Creare contenuti chiari, aggiornati e “AI-readable”

FAQ strutturate, dati in schema markup e risposte dirette alle domande comuni aiutano le AI a comprendere e utilizzare i contenuti.

Non si tratta di scrivere per le macchine, ma di organizzare le informazioni in modo leggibile per entrambe: persone e intelligenze artificiali.

Gli schema markup restano un vantaggio competitivo.
Implementarli correttamente secondo lo standard Schema.org significa “parlare la lingua” delle AI, aumentando le probabilità di essere citati nelle risposte generate.
Approfondisci come implementare gli schema markup per il B2B.

4. Integrare strumenti evoluti di analisi

Piattaforme come SEOZoom e Semrush sono diventate molto importanti, insieme a GA4 e Search Console di Google, per comprendere come cambiano le SERP e aiutarci a individuare opportunità nei risultati AI.

Da SEO a “AI-ready content”: un nuovo mindset

La vera rivoluzione non è tecnica, ma culturale.
Serve un cambio di mentalità che vada oltre l’ossessione per le keyword e il posizionamento.

Scrivere per le persone, ma in modo comprensibile anche per le AI.
Usare un linguaggio chiaro, strutturare logicamente le informazioni, bilanciare profondità e chiarezza.

Curare la struttura semantica e la presenza di fonti verificabili.
Le AI premiano la credibilità e le relazioni tra concetti. Le fonti autorevoli vengono citate di più e generano visibilità indiretta.

Considerare la visibilità come un ecosistema.
Google, AI generative, social, motori vocali, piattaforme verticali: tutto è interconnesso.

L’obiettivo è diventare la fonte di riferimento per un tema, non solo un sito ottimizzato.

La SEO, da ora, è ibrida

La visibilità passa sempre più attraverso l’intelligenza artificiale, ma i principi restano invariati: autorevolezza, qualità, coerenza
Chi ha costruito la propria presenza digitale su queste basi non ha nulla da temere.

La sfida non è “battere” l’AI, ma renderla alleata.
Costruire contenuti che l’AI voglia citare, diventare una fonte affidabile e riconosciuta, creare valore evidente.

Per chi comunica con metodo e competenza, l’AI Search non è una minaccia ma un acceleratore.
L’intelligenza artificiale amplifica la visibilità di chi merita di essere visto, premiando la qualità reale.

Il 2025 non segna la fine della SEO, ma l’inizio di una nuova era: quella in cui la visibilità organica si conquista con competenza, autorevolezza e strategia.

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