Costruire la reputazione del proprio brand è un lavoro lungo, complesso e delicato, e chiunque sia alle prese con tale attività, sa bene di cosa stiamo parlando. Quanto più si posiziona bene il proprio brand, tanto più si temono attacchi di concorrenti sleali o semplicemente truffatori i quali, creando identità parallele e cloni del nostro marchio, possono danneggiarlo sotto diversi punti di vista, cercando di sfruttare la notorietà e il posizionamento (brand positioning) ottenuto con il nostro lavoro a loro vantaggio.
Il più immediato ed evidente è il danno legato alla brand equity.
Questa particolare definizione raccoglie le caratteristiche del marchio che ne costituiscono il patrimonio di marca e quindi la sua forza sul mercato. Il valore che ne deriva è legato a diversi fattori (immagine coordinata), tra cui il tono di voce del brand, l’aspetto grafico e la coerenza, i servizi di customer care e le caratteristiche dei prodotti o dei servizi offerti.
Quando un truffatore si impossessa dell'identità digitale di un marchio ne minaccia quindi in primo luogo la brand equity. Infatti se clienti ignari si recano sul sito del clone convinti di essere sul sito del brand originale e vivono un’esperienza negativa, a seguito di acquisti di prodotti o servizi di scarsa qualità, saranno segnati e a risentirne sarà immediatamente la reputazione del brand originale.
Altri pericoli importanti riguardano vere e proprie truffe legate alla sottrazione di denaro da parte dei truffatori nei confronti dei clienti ignari che sono convinti di stare interagendo con l’azienda originale. Indubbiamente anche questo danno, seppur di riflesso, lede l’immagine dell’azienda e del brand, oltre che ai portafogli dei poveri malcapitati.
La tipologia di canale web più clonata ai fini di truffe è sicuramente l’e-commerce, tuttavia risulta particolarmente facile rispetto a questa prima categoria, falsificare un profilo social di un marchio al fine di danneggiarne l’immagine. Succede sempre più spesso ad esempio con Facebook, Instagram, attraverso il quale malintenzionati creano profili fake legati a brand famosi, e meno, al fine di danneggiarne l’immagine con comportamenti ben lontani dal Tone of Voice aziendale del brand malcapitato.
Ultimamente Facebook ha inserito un flag particolare, una spunta blu simile a quella di Instagram e Twitter che certifica l’autenticità del profilo, una misura in più contro i profili fake. Tuttavia non è ancora molto diffusa questa funzione per tutti i profili aziendali, quindi se da consumatore hai qualche dubbio sulla veridicità di una pagina aziendale puoi sempre segnarla a Facebook il quale provvederà a effettuare le dovute verifiche.
La migliore tutela è sempre la registrazione legale del proprio marchio. Questo però non scongiura l’eventualità che qualcuno possa voler copiare il marchio e avviare un’attività affine.
In questo caso, sembra strano ma spesso mettersi in contatto con la persona che sta portando avanti un’attività affine alla propria, con un marchio simile al proprio, e diffidandolo dal continuare la sua attività illecita può essere sufficiente a ottenere effettivamente una cessazione dell’attività parallela, spesso truffaldina.
Tuttavia, se la diffida non dovesse bastare si può procedere con la richiesta di una misura cautelare. La misura cautelare può essere concessa da un giudice prima dell’inizio di una vera e propria causa e ha effetto di cessazione dell’attività immediato. La misura cautelare comprende l’inibitoria a continuare l’attività di produzione e vendita, il sequestro di eventuali prodotti contraffatti nonché il ritiro dal mercato degli stessi.
Una volta assicuratisi attraverso l’emissione di una misura cautelare che l’attività parallela abbia cessato la produzione e ritirato i prodotti, è possibile procedere con una causa penale che presuppone il dolo da parte del contraffattore. Questa azione prevede oltre al sequestro anche una multa. Inoltre è possibile ottenere un risarcimento che viene calcolato in base al mancato guadagno del proprietario originale del marchio, in base ai benefici ricevuti dall’autore della violazione, al danno morale e altri fattori.
In Italia i mezzi per proteggere il tuo marchio (naming e logo) esistono e sono molto efficienti, nonostante la registrazione del marchio non sia obbligatoria per legge, noi consigliamo sempre di valutare questa opzione per tutelare al massimo il frutto di tanto lavoro e passione nella costruzione della brand identity.