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Il potere del fonosimbolismo nel brand naming

Scritto da Paola Sereno | 16-dic-2025 17.06.38

Hai presente quella sensazione che provi quando un nome "ti suona bene"?
Magari non hai idea di che cosa voglia dire, però ti sembra appropriato per quel brand. Quindi ti dà l'idea, non lo so, di un qualcosa di goloso, voluttuoso, oppure di veloce, scattante.

Ecco, quello è fonosimbolismo in azione. Un concetto che può sembrare complicato, ma in realtà, come vedremo, è più semplice di quanto non sembri. Per me un esempio è il nome Nutella.

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Hai mai pensato a cosa significa il nome Nutella?

Nel senso, io per un sacco di anni ho vissuto senza mai chiedermi che cosa volesse dire il nome Nutella. È uno di quei brand che fanno parte delle nostre vite fin da quando siamo bambini. Solo da adulta ho poi scoperto che il nome viene da "nut" che vuol dire effettivamente nocciola in inglese, col suffisso -ella. Non è che ci volesse una scienza a capirlo, però non ci avevo mai pensato.

Nonostante questo, il nome Nutella mi ha sempre dato l'idea di un qualcosa di goloso, di morbido, di voluttuoso, che è effettivamente quello che poi rappresenta il prodotto.

Probabilmente questo stesso ragionamento non lo faccio solo io, ma lo facciamo un po' tutti. La verità è che noi non pensiamo ai nomi. Noi reagiamo ai nomi.

Ok, d'accordo, magari se sei un professionista del naming ci pensi, ma in realtà il pubblico reagisce semplicemente, non si pone tante domande su qual è il significato del brand, nemmeno di nomi che magari ha sotto gli occhi ogni giorno. L'importante, però, è come suona a livello fonetico.

Il fonosimbolismo applicato al naming

Maluma e Takete

Il fonosimbolismo è proprio questo, cioè è una disciplina che ha studiato come determinate combinazioni di suoni siano associati a certi significati. Quindi il legame fra suono e significato, detto proprio un po' semplice, non mi uccidete linguisti accademici.

Gli esperimenti più classici che vengono riportati quando si parla di fonosimbolismo sono due, magari li avete già sentiti nominare. Il primo risale al 1929, se non sbaglio, ed è quello di Maluma e Takete. Quindi questo ricercatore che si chiama Köhler mostra a una serie di persone due figure, una spigolosa e l'altra morbida, e le chiede di associarle ai due nomi Maluma e Takete. E cosa succede? Che praticamente tutti associano la forma morbida a Maluma e quella spigolosa con tutti dei triangoli, delle punte, a Takete.

Bouba e Kiki

Questo perché noi associamo quei suoni a determinati significati. Un esperimento simile è stato poi condotto nel 2001, questa volta con Bouba e Kiki.

Anche qui le persone associavano la forma più dura e spigolosa al suono Kiki e quella più tondeggiante al suono Buba. L'esperimento è stato questa volta ripetuto su un campione abbastanza ampio, quindi persone di lingue diverse, studenti americani, indiani e anche su bambini di due anni e mezzo, proprio a dimostrazione che non è un qualcosa di culturale o di legato alla lingua del paese, è proprio un qualcosa di innato.

E questo è un concetto fondamentale quando ci troviamo di fronte al brand naming, cioè dobbiamo tenere conto di come suona il nostro nome. Quindi deve suonare sicuramente in modo piacevole, deve essere facile da ripetere, da ricordare, però deve anche suonare in un modo coerente con quelli che sono i valori del brand che che vogliamo trasmettere.

Anche quando è una parola inventata. Quindi può essere una parola che non vuol dire assolutamente niente, che non ha nessun significato, però il suono trasmette quel concetto che vogliamo andare a esprimere con il nostro brand.

La segretaria che risponde al telefono

Quindi, al di là degli aspetti più accademici, è sicuramente un tema interessante da da tenere in conto. Quello che io consiglio sempre è di provare a a rispondere al telefono. Quindi, immaginare di essere la classica segretaria che risponde e dice: "Buongiorno, è l'azienda XY". Se già questa frase, diciamo, incontra degli ostacoli e non suona bene la frase della segretaria, vuol dire che probabilmente il nome dell'azienda non è proprio il più azzeccato.

Niente paura: chiedi una consulenza per trovare il nome perfetto

Detto questo, se in una fase di creazione del naming si incontrano delle difficoltà o non si riesce a trovare il nome perfetto, quindi quello che risponde a tutti i criteri,  di marketing,  legali, del fonosimbolismo, nessuna paura, ci si può rivolgere a dei professionisti esperti in naming. Ovviamente, quindi, se se avete bisogno di un supporto, di una consulenza o della creazione di un nome, potete contattarci e possiamo affrontare insieme questo viaggio alla ricerca del del nome perfetto.