Tutto cambia, continuamente. Anche i brand e i loro mercati e quindi cambiano le strategie di marketing. In questo contesto ovviamente risulta impossibile che un’azienda possa rimanere uguale a se stessa negli anni senza cambiare il suo aspetto e le sue strategie di comunicazione.
Il rebranding è quel processo con il quale un’azienda “rinfresca” la sua immagine cambiando aspetto del marchio o anche nome, presentandosi sul mercato con un’identità di marca rinnovata.
Questa pratica coinvolge una serie di azioni mirate a trasformare l'immagine di un'azienda, compreso il suo nome, logo, slogan, design e strategia di comunicazione. Il rebranding può essere parziale, coinvolgendo solo alcuni elementi dell'identità aziendale, o totale, comportando una revisione completa.
Se parliamo di restyling logo e renaming, questi due interventi sono quelli più visibili dal punto di vista esterno. Tuttavia con un rebranding totale si interviene non solo su questi aspetti ma anche su tutte le dinamiche e le strategie di comunicazione interna ed esterna del brand.
L'obiettivo principale del rebranding è quello di creare un'immagine più rilevante, attraente e differenziata per l'azienda. Questo al fine di catturare l'attenzione dei consumatori, accrescere la fiducia nei confronti del marchio e ottenere un vantaggio competitivo. Con il rebranding, un'azienda può anche affrontare sfide come la saturazione del mercato, la perdita di rilevanza o la necessità di espandersi in nuovi mercati.
Con il restyling del logo si rinnova la grafica, in modo più o meno pesante, a seconda dell’intervento. Il restyling del logo è più frequente rispetto al renaming. Esempi di rebranding efficaci, legati al logo, sono stati quelli di Apple, Ebay, Sky, AirBnB.
Un nuovo logo, o un suo rinnovamento, è quindi utile a comunicare cambiamento, dinamicità, adattamento e freschezza.
Decisamente più radicale rispetto al restyling del logo, il renaming è spesso parte di una strategia di rebranding totale, piuttosto che parziale. Con un renaming, un’azienda decide di rivoluzionare la propria immagine, presentandosi sul mercato in maniera totalmente nuova e in generale con grandi innovazioni annesse.
Esempi interessanti di renaming che forse non conoscevi sono Blackrub, convertito in Google; Research in Motion, convertito in Blackberry; Brad’s Drink, convertito in Pepsi Cola; Blue Ribbon Sports, convertito in Nike; AuctionWeb, convertito in Ebay e altri ancora.
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I segnali che ti avvisano del fatto che la tua azienda ha bisogno di rebranding non arrivano sempre in maniera forte e chiara. Un momento propizio per fare rebranding potrebbe essere l’inversione di una tendenza o semplicemente i tempi che cambiano e questi sono fenomeni che non avvengono spesso in maniera improvvisa, ma quasi sempre graduale.
Puoi iniziare a pensare ad una strategia di rebranding se ti accorgi che la tua azienda è posizionata sul mercato in maniera sfalsata rispetto a quanto ti aspettavi oppure quando la brand image percepita non corrisponde più alla brand identity prestabilita.
Ci sono alcune situazioni comuni in cui un'azienda potrebbe considerare il rebranding:
Fare rebranding vuol dire intervenire direttamente sull’immaginario collettivo ricostruendo non da zero ma quasi l’immagine della propria azienda. Ci sono numerosi casi di aziende che per diversi motivi hanno voluto mettere in atto questa strategia e la maggior parte delle volte si è dimostrata una mossa giusta e sensata.
Come in ogni campo, prima di puntare in avanti è opportuno guardare al passato dell’azienda da rinnovare. Un’immagine totalmente nuova, non in linea con la storia del brand rischia di rovinare anni e anni di lavoro. Dunque prima di iniziare, studia la storia della tua azienda, delle strategie e del tono di voce che ha usato negli anni.
Guardare al passato ti servirà anche a non compiere cambiamenti che siano radicali e che possano disorientare il tuo target.
Una volta fatto ciò potrai iniziare con il rebranding vero e proprio, cioè potrai metterti all’opera per rivoluzionare e rinnovare la linea editoriale, il tono di voce, il logo se necessario, il nome del brand e altri elementi complementari come packaging, grafiche, colori istituzionali e altro.
Come dicevamo più su, a seconda della portata, si può parlare di rebranding parziale o totale. In entrambi i casi ti consigliamo di contattare una agenzia di branding esterna anche solo per una consulenza.
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Il rebranding può essere un'opportunità emozionante per le aziende di ridefinire la propria immagine e raggiungere nuovi orizzonti. Sia che si tratti di un rebranding totale o parziale, l'importante è seguire una strategia ben definita e coinvolgere il pubblico target in tutto il processo.
Con una pianificazione attenta, un'analisi approfondita e una comunicazione efficace, le aziende possono ottenere un rebranding di successo che contribuisce a consolidare la propria posizione sul mercato e adattarsi alle mutevoli esigenze dei consumatori.
Per fare rebranding ti conviene avvalerti di un team valido, perché è un processo complicato che prevede la collaborazione tra diverse figure professionali. Se non hai a tua disposizione un ufficio marketing per la tua azienda, ti consigliamo di contattare una agenzia di comunicazione specializzata in branding che in poco tempo possa offrirti una consulenza e un preventivo in base al quale potrai decidere cosa fare.
Noi di Eclettica-Akura siamo una agenzia di comunicazione a Torino che da oltre 20 anni si occupa di creare brand identity per aziende di ogni settore. Il nostro team di creativi e copywriter può aiutarti a rinnovare la tua immagine coordinata sotto tutti i punti di vista, rendendola forte, coerente e riconoscibile, declinabile su tutti gli strumenti di comunicazione.
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