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Naming e logo per un evento di settore. Come dare valore e allargare i confini di “cose per addetti ai lavori”: il caso 4T.

Scritto da Giorgio Delmastro | 20-dic-2018 10.42.40

Non solo prodotti e aziende hanno bisogno di naming e logo, anche gli eventi, specie se ricorrenti, necessitano di un’identità che li renda facilmente individuabili nella marea di appuntamenti di uno specifico settore. Necessitano di diventare un brand.

"Tech transfer" questo sconosciuto.

Jacobacci & Partners, uno dei più grandi studi d’Europa nell’ambito della proprietà intellettuale, ci ha chiesto di creare nome e marchio per un evento a cadenza annuale, dedicato al “tech transfer”. Settore, sconosciuto al “grande pubblico”, che si occupa del “trasferimento tecnologico”, ossia di passaggio di conoscenze tra università, ricerca e aziende.
Era opportuno, dunque, che il nome contenesse un riferimento ai termini “tech transfer”, ma al tempo stesso non volevamo renderlo troppo lungo o macchinoso da ricordare o pronunciare.

Acronimo ma non troppo.

Per ricavare un nome unico da parole diverse, in genere si ricorre all’acronimo, prendendo una o più iniziali ricomponendole in una parola o in una sigla. La soluzione individuata in questo caso è un “falso” acronimo, per così dire. Un naming che va oltre la sigla. Abbiamo scelto quattro termini coerenti con ciò che volevamo dire, tutti che iniziano con la lettera “T”, e poi abbiamo coniato il nome 4T.

Parole in movimento. Come le idee.

Oltre al tech transfer volevamo specificare che non si trattava di un evento sporadico ma di un laboratorio aperto, un gruppo di pensiero che opera tutto l’anno: un think tank, appunto. Ed ecco nascere il nostro 4T, ossia tech transfer think tank. Sintetico, facile da pronunciare sia in italiano che in inglese, descrittivo quanto basta.

 

Bozzetti preparatori

Altre proposte

Lasciare un segno, anzi due.

Università e aziende. Due mondi l’uno nella conseguenza dell’altro. Una “slash” e una “T” maiuscola che, opportunamente composte, formano una figura nuova, immediatamente leggibile come 4T.

Ma chi l’ha detto che un marchio “scientifico” deve essere per forza a tinte fredde?

I colori dei due componenti del marchio dovevano essere diversi ma affini. Non due varianti di uno stesso colore ma cromie distinte in perfetta sinergia. Sono stati evitati i classici colori freddi che fanno tanto “tecnologia”, scegliendo bordeaux e viola per garantire all’insieme una vibrazione più calda ed energetica.

Una mascotte geometrica, anzi solida.

Dopo logo e scritta, volevamo un terzo elemento iconico a supporto. Da usare solo quando serve. Nulla contro le mascotte a “pupazzetto”, qui però, per non perdere di autorevolezza abbiamo scelto un solido geometrico. L’unico disponibile a quatto facce. Il tetraedro, appunto. Può cambiare di colore da un anno all’altro costituendo un ulteriore elemento di caratterizzazione.

Brand identity: il bello di essere declinabili.

Un segno essenziale e fortemente riconoscibile si presta ad applicazioni differenziate e sorprendenti. Dagli impieghi “classici” su materiali cartacei a quelli digital, fino a configurarsi come elemento segnaletico e decorativo degli allestimenti. Sviluppandosi a “texture” o materializzandosi come “scultura” a tutto tondo, il logo 4T ha saputo supportare formalmente e concettualmente il successo della manifestazione negli anni.