Tutti i prodotti e i servizi offerti, presenti sul mercato, hanno un naming e un logo.
Questo binomio inscindibile è la base per ogni attività commerciale, per potersi presentare sul mercato, e averne uno che funziona vuol dire essere già a un ottimo punto.
Hai finalmente preso coraggio e ti sei deciso a lanciarti in un’avventura, proponendo sul mercato la tua linea di t-shirt esclusive. Hai curato tutto nei minimi particolari, dalla logistica alla produzione, dalla ricerca dei migliori materiali al design dei capi. Sicuro di avere tutto quello che serve per proporti sul mercato?
Iniziamo dalle basi: prima di tutto, quello di cui hai bisogno per entrare nel mercato e per poter proporre il tuo prodotto, cioè le tue t-shirt, è un nome e quindi anche un logo, su cui baserai la tua immagine coordinata.
Il naming, diverso dal nome della marca, è un settore del marketing dedicato esclusivamente all’ideazione e alla realizzazione del nome di un prodotto o di un servizio. Il naming riguarda sia l’ideazione del nome della marca in generale, che del prodotto in particolare. Dovrai quindi dedicarti al naming sia per creare il nome con il quale la tua azienda sarà presente sul mercato, sia il nome dei vari prodotti che presenterai con il tuo brand.
Il naming è una delle fasi più delicate della costruzione di una marca, ecco perché te ne abbiamo parlato in un articolo interamente dedicato che puoi leggere qui.
Alcuni dei processi più importanti della brand identity iniziano già in questa fase.
Grazie alla scelta di un nome giusto infatti potrai iniziare a comunicare i valori della tua marca e quindi a costruire l’identità del tuo brand nella mente dei consumatori.
Alcuni nomi funzionano perché sono semplici e rimandano immediatamente, ad esempio, agli ingredienti contenuti nel prodotto, è il caso di Coca-Cola. Altri funzionano per una componente evocativa meno materiale, come ad esempio Wind, che propone un servizio difficilmente tangibile e materiale. Non esiste un nome perfetto, ma esiste il nome perfetto per il tuo brand. Tutto sta nel cercarlo bene e con il giusto criterio.
Una volta trovato il nome perfetto per la tua attività avrai bisogno di un logo. Un logo aziendale è una figura, un’immagine grafica, che rappresenta la tua azienda in maniera veloce e immediata. Ci sono diverse tipologie di logo, tra cui il logotipo e il pittogramma.
Il logotipo è un segno grafico pronunciabile, tipograficamente unico in cui sono fuse più lettere insieme. Il pittogramma è una vera e propria icona in cui sono rappresentati in maniera stilizzata uno o più oggetti che fanno riferimento diretto o indiretto ai prodotti o servizi offerti dall’azienda che il pittogramma rappresenta.
I pittogrammi si possono distinguere in ideogrammi e iconografici. I primi sono quei segni che rappresentano concetti astratti come ad esempio Nike oppure Mercedes, mentre i pittogrammi iconografici sono simboli che rappresentano il nome effettivo del brand, come ad esempio la conchiglia (shell in inglese) di Shell oppure la mela (apple in inglese) di Apple.
Proprio come per il naming, anche durante l’ideazione del logo dovrai tenere molto in considerazione il concetto di coerenza. Scegli con criterio una palette cromatica coerente con quello che produci e sfrutta anche il valore evocativo dei colori, come ad esempio l’accoppiata giallo/rosso di McDonald’s famosa per avere un effetto di stimolazione dell’appetito.
Negli ultimi anni l’evoluzione dell’advertising ha subito una grandissima accelerata. Grazie a questo fenomeno è possibile assistere a casi sempre più curiosi di strategie creative volte a conquistare l’attenzione del pubblico. Si è parlato spesso di unconventional advertising, ma meno spesso invece si è sentito parlare di unconventional naming.
Un caso che casca a fagiolo per spiegare questo concetto è sicuramente quello di un piccolo birrificio che ha semplicemente avuto una piccola grande idea (geniale) per attirare l’attenzione su di sé. Grazie a una mossa particolare e sicuramente estremamente creativa e poco convenzionale, questa piccola azienda ha optato per un naming particolare: Responsibly.
La genialità di questa mossa sta nel fatto che ogni birra di altre marche ha per legge in etichetta una piccola scritta che recita “Drink Responsibly” che tradotto vuol dire “Bevi responsabilmente” ma che con una birra dal nome Responsibly sul mercato, cambia decisamente senso.
A rendere il tutto ancora più d’effetto è il video di presentazione, che puoi vedere qui.