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Analisi semantica SEO: cos'è e perché è utile

Scritto da Maurizio Masi | 29-lug-2022 9.05.12

Uno dei principali intenti di Google, praticamente da sempre, è stato quello di puntare sulla conversazione naturale per quanto riguarda i risultati di ricerca. Nell’analisi semantica per la SEO, gli algoritmi di apprendimento hanno iniziato a ricoprire passo dopo passo un ruolo determinante.

A partire dal 2013 con Hummingbird, per poi passare a Rank Brain, primo sistema di apprendimento automatico (intelligenza artificiale), il modo di fare SEO è cambiato. Se prima, il contenuto doveva risultare appetibile per i motori di ricerca al punto che ci si focalizzava sull’inserimento delle keyword, considerandole a sé stanti nel testo, ora, ci si concentra principalmente su tutto il contenuto della pagina web.

Questo significa, quindi, che l’algoritmo di Google, complice anche l'update Google BERT, tiene conto della relazione che intercorre fra le keyword.

Ne consegue, di fatto, che l’analisi del contesto incida sull'esito finale della ricerca. A essere impiegati sono praticamente tutti quegli elementi che possano attestare il livello di corrispondenza con i vari contenuti web indicizzati.

Fatta questa premessa, vediamo che cos'è l’analisi semantica, come funziona e come si inserisce in una strategia SEO.


Cos'è l’analisi semantica?

Per semantica s’intende quella branca della linguistica che si occupa dei fenomeni attinenti al linguaggio e, più precisamente, agli aspetti aventi a che fare con il significato delle parole. In rapporto all’analisi semantica, il riferimento va assegnato allo studio approfondito delle parole e ai criteri logici con cui queste vengono adottate all’interno di un determinato contesto.

Nello specifico, Google adotta un algoritmo, in grado di comprendere a fondo lo scopo primario dell’interrogazione di ricerca di ciascun utente. La restituzione dei risultati di ricerca avviene sull’interpretazione degli elementi facenti parte del contesto di ricerca e, non come in passato, focalizzandosi solo ed esclusivamente sulle keyword inserite.

Al fine di comprendere in modo accurato questo aspetto, è opportuno fare un esempio concreto al riguardo. Si supponga che un informatico stia risolvendo in video-call un problema intercorso al pc di un suo cliente. Nel momento in cui dice di chiudere la finestra, è normale evidenziare che si riferisca a quella del browser. Invece, se nel contesto domestico, un fratello dice all’altro di chiudere la finestra per via del freddo eccessivo, è palese il riferimento al balcone.

Gli individui sono in grado di percepire il significato di due frasi uguali dal punto di vista sintattico, ma diverse in relazione all’aspetto semantico (significato). Google non ci riesce ancora del tutto, ma prova a emulare quel comportamento nel motore di ricerca.

Ambiguità del linguaggio umano

Il punto di debolezza di Google e degli altri motori di ricerca risiede nel fatto che decifrare il linguaggio umano con tutte le sue ambiguità, non è affatto semplice. In molte occasioni, le keyword inserite sintetizzano fin troppo un ragionamento decisamente articolato.

In fase di lettura dei testi inseriti dagli utenti, i motori di ricerca scelgono in pochi millisecondi quali sono le accezioni semantiche più in linea con il testo digitato. Riso, rigore, rete sono esempi dove il significato può variare e senza avere una panoramica chiara sul contesto, non si ha l’assoluta sicurezza di essere in grado di interpretare il significato.

Scopo dell’interrogazione di ricerca e contesto

Scopo dell’interrogazione di ricerca e contesto sono i due punti basilari dell’analisi semantica SEO. L'intento di ricerca (search intent) dipende dalla reale motivazione del diretto interessato: cercare informazioni, trovare un prodotto online, visualizzare le caratteristiche di un servizio, soddisfare una curiosità. Gli esperti di marketing sottolineano come siano sostanzialmente tre le tipologie di ricerche portate a termine dagli utenti.

Nei dettagli:

  1. la ricerca navigazionale ha un valore di traffico mediamente alto. Questa ha come obiettivo di fondo quello di permettere di accedere a un sito internet di cui non si ricorda alla perfezione l’URL e . Inoltre, spesso dà luogo a conversione, perché è chiaro il riferimento a un brand.

    Se il diretto interessato digita su Google la parola chiave Nike, lo fa allo scopo di approdare sul sito web dell'azienda, perché non ricorda l’URL. Questo tipo di ricerca, non a caso, è conosciuta anche con l’appellativo "branded", per via del riferimento al marchio.

  2. la ricerca transazionale è quella contraddistinta per il maggiore numero di conversioni effettuate. In genere, tenendo conto delle keyword inserite, nel momento in cui un utente approda sul sito web desiderato, vi sono maggiori probabilità di conversione:
    • acquisto di un prodotto sul marketplace
    • iscrizione alla newsletter
    • richiesta di un preventivo online a seguito della compilazione dei campi di un form
    • diventare un nuovo follower sui social network

    Ad esempio, digitando il nome di un modello specifico di scarpe, come Nike Air Force, oppure preventivo prestito online Compass, l'utente risponderà con una certa probabilità a una call to action.

  3. la ricerca informazionale ha come obiettivo prioritario quello di fornire all’utente delle informazioni che non conosce o quanto meno che intende approfondire. Il valore di traffico, in questo caso, è minore, perché l'utente ricerca solo per curiosità e, di conseguenza, è lontano dall’acquisto finale del prodotto o del servizio di turno. Giacca rossa su misura abbinamento, miglior ristorante a Torino, hotel tre stelle low cost Cuneo, sono esempi calzanti al riguardo.

Google e i motori di ricerca provano a comprendere il fine di ricerca in modo da restituire risultati quanto più in linea all’obiettivo del diretto interessato. E per fare questo, l’analisi semantica risulta imprescindibile, a patto che, però, si tenga necessariamente conto del contesto.

Che cos’è il contesto?

Per contesto s’intende la comprensione a fondo alla base dell’intento di ricerca di un utente. I fattori che il motore di ricerca tende a considerare ai fini dell’identificazione del contesto sono i seguenti:

  1. geolocalizzazione della sessione di navigazione: al momento che una query viene digitata nell’apposito spazio del motore di ricerca, Google considera qual è la posizione dell’utente. Se si digita, ad esempio "tempo oggi" come interrogazione di ricerca, il risultato restituito riguarderà la città dove ci si trova. Tutto ciò avviene in automatico sulla base della posizione attuale rilevata;

  2. co-occorrenza dei termini: Google tiene conto di come le parole si combinano. La parola "debito", ad esempio, può essere correlata al comparto dei finanziamenti e dei prestiti online fra chi cerca liquidità aggiuntiva per fronteggiare una scadenza imminente, ma anche ai sistemi di pagamento (carta di debito).

  3. errori di battitura: un motore di ricerca nel lavoro di analisi semantica riesce a riconoscere senza alcun tipo di intoppo gli errori di battitura. "Forse cercavi xxx" è una frase che a chiunque, praticamente, è capitato di leggere in varie occasioni. Inoltre, Google riconosce anche i sinonimi e le varianti tra singolare e plurale;

  4. interpretazione del linguaggio naturale: a seguito di una query, come ad esempio "quando sorge il sole a Buenos Aires", Google non fa altro che restituire il risultato relativo all’orario della località indicata.

Insomma, tramite il collegamento fra intento e contesto della ricerca, le esigenze di chi digita query sui motori vengono centrate appieno. Il tutto in linea con il linguaggio naturale, impiegato dalle persone per comunicare.

E in caso di mancanza di contesto come si regola Google nell’analisi semantica?

Il motore di ricerca suggerisce opzioni che differiscono, invogliando il diretto interessato ad affinare la sua ricerca mediante i suggest e le ricerche correlate.

Qualità è la parola d’ordine

Sempre più frequentemente, si è soliti parlare di creare contenuti di qualità per Google. Ma cosa vuol dire? Sostanzialmente, un contenuto in grado di rispondere alle richieste di un utente con qualcosa di utile che il motore di ricerca deve essere in grado di rintracciare.

Analisi SEO semantica: quando è il caso di farla?

Diverse sono le eventualità dove un'analisi semantica SEO può rivelarsi utile:

  • essere dietro alla concorrenza nelle SERP;
  • aver avuto un brusco calo di traffico web sul sito internet;
  • dopo un update di Google;
  • ritrovarsi con conversioni non in target ai contenuti.

Questi sono alcuni dei casi più evidenti in cui bisogna reagire tempestivamente. E un lavoro di analisi semantica per la SEO può rappresentare un importante punto di svolta per le sorti del business.

Se questo non bastasse, può essere necessaria una SEO audit completa del tuo sito!

Per concludere

Comprendere al meglio l’analisi semantica è di vitale importanza per tutti i professionisti della SEO: Google e gli altri motori di ricerca stanno affinando gradualmente il livello di comprensione del linguaggio naturale. Gli addetti ai lavori li paragonano a macchine intelligenti. Ragion per cui è il caso di supportarli a 360 gradi in rapporto al processo di comprensione del linguaggio naturale.

Tra gli strumenti più validi per centrare l’obiettivo in oggetto, una menzione speciale la meritano di sicuro i dati strutturati: se utilizzati al meglio consentono al diretto interessato di affinare ulteriormente la ricerca.

Riassumendo alcune best practice volte a comunicare i contenuti a Google e ai motori di ricerca la chiara comprensione dell’intento di ricerca:

  • la creazione di contenuti di qualità e contraddistinti da un focus definito;
  • la digitazione di long tail keyword, in quanto inquadrano al meglio la tematica presa in considerazione;
  • la concezione di keyword perfettamente adeguate a una ricerca vocale.